Redazione CosaConta
Sfatiamo un mito: in Italia non esiste una lista dei cattivi pagatori. Esistono invece banche dati che registrano i dati relativi a tutti i prestiti contratti e che vengono consultati dagli enti creditizi per una valutazione dell’affidabilità.
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“Lista dei cattivi pagatori”? No, solo normalissimi archivi
Concedere credito comporta un certo grado di rischio: il rischio, cioè, di non riavere indietro il capitale erogato. Per limitare quanto più possibile questo rischio e preservare la sua stabilità, il sistema creditizio si tutela adottando alcune procedure.
In particolare (ma non solo):
- passa allo scanner il tuo merito creditizio ogni volta che vai a chiedere un finanziamento;
- ti chiede dati e documenti per farsi un’idea della tua situazione reddituale;
- ricorre a strumenti di tutela come la fideiussione e l’ipoteca;
- ti propone, anche laddove non obbligatoria, la sottoscrizione di una polizza assicurativa.
Insomma, ogni volta che chiedi un prestito l’istituto di credito consulta gli archivi che conservano le informazioni su chiunque, in Italia, abbia ottenuto un finanziamento. Sono delle vere e proprie banche dati, che tengono traccia del prestito o mutuo che abbiamo richiesto, delle rate che abbiamo già pagato, di quelle che rimangono da pagare, dei finanziamenti eventualmente estinti e di quelli rimborsati in ritardo o mai onorati.
Queste banche dati ci aiutano?
In linea di principio sì, perché spesso ci fanno un favore. Mettiamo che tu abbia correttamente estinto il mutuo sulla prima casa: ora hai bisogno di un nuovo finanziamento per cambiare l’auto. Vai a richiederlo e la banca, che nel frattempo hai cambiato e non è quindi più quella che ti aveva concesso il mutuo fa un controllo presso una di queste banche dati per verificare che tu rispetti alcuni requisiti. Scoprirà così che non solo hai un buon lavoro, non solo non hai altri finanziamenti in corso, ma che il mutuo che avevi con la vecchia banca lo hai rimborsato tutto regolarmente e puntualmente, fino a estinguerlo. Insomma, sei davvero un buon soggetto. E il finanziamento di cui hai bisogno ti arriverà senza intoppi.
Centrale dei Rischi e SIC: cosa c’è da sapere
In Italia non esiste una sola banca dati, ce ne sono diverse. Il principale è l’archivio gestito dalla Banca d’Italia per finalità di interesse pubblico: si chiama Centrale dei Rischi (CR) e contiene informazioni sui debiti di famiglie e imprese verso il sistema bancario e finanziario. Nella CR sono registrati i finanziamenti (mutui, prestiti personali, aperture di credito e via dicendo) e le garanzie quando la somma da restituire supera i 30.000 Euro: è la cosiddetta soglia di censimento, che si abbassa a 250 Euro se il cliente è in sofferenza (ossia ha difficoltà molto serie nel far fronte al suo debito).
Gli altri archivi centralizzati sul credito sono gestiti da privati e gli intermediari possono partecipare su base volontaria: sono i Sistemi di Informazioni Creditizie (SIC), disciplinati non dalla Banca d’Italia ma da un apposito codice deontologico che si può consultare sul sito del Garante per la protezione dei dati personali (il Garante per la Privacy). In sostanza, quindi, i SIC svolgono una funzione analoga a quella della Centrale dei Rischi, con la differenza che i SIC non prevedono alcuna soglia di censimento.
A chi servono questi dati?
Tanto la Centrale Rischi quanto i Sistemi di Informazioni Creditizie registrano tutta la storia dei debitori, con le note positive e negative, o semplicemente con pure informazioni di servizio. Come detto, questi dati servono al creditore per valutare il nostro merito creditizio. Se abbiamo rispettato le scadenze dei finanziamenti contratti nel tempo, con tutta probabilità il responso della banca di fronte a una nostra richiesta di credito sarà positivo.
Puoi chiedere la cancellazione?
E se invece i dati raccontano una storia un po’ più – come dire – articolata? Possiamo chiedere di essere rimossi dalla Centrale dei Rischi o dai SIC? Dopo un po’ di tempo la cancellazione avviene in automatico, ma generalmente si può richiedere una correzione o la rimozione solo se le informazioni non corrispondono al vero. Quello è che è importante sapere è che il debitore ha comunque diritto a ricevere un preavviso quando l’intermediario comunica per la prima volta un’informazione negativa sul suo conto a una banca dati di questo tipo. Questo vuol dire che se hai sempre pagato in tempo le rate dei tuoi finanziamenti, e ricevi notifica del prossimo inserimento in banca dati di un’informazione negativa sul tuo conto, la potrai contestare tempestivamente, evitando che venga effettivamente inserita.
Riassumendo
In Italia esistono banche dati che tengono traccia dei rapporti di finanziamento tra intermediari e clienti e ne seguono gli sviluppi. Al contrario di quanto comunemente si pensa, non rispondono a una logica punitiva, ma di tutela: dei creditori, dei debitori e, di riflesso, dell’intero sistema.
Possono però motivarci a gestire con maggior oculatezza e responsabilità i nostri finanziamenti perché, se le banche che li consultano vedono che siamo bravi in questo, saranno più propense a sostenere i nostri progetti facendoci ottenere nuovi prestiti.
La principale banca dati è la Centrale dei Rischi, che è gestita dalla Banca d’Italia, ma ne esistono molte altre, dette SIC (Sistemi di Informazioni Creditizie), che sono private e regolate da un codice deontologico.
Insomma, Centrale dei Rischi e SIC convengono a tutti e non bisogna averne paura o inseguire la cancellazione a tutti i costi. Cancellazione che fra l’altro non è possibile, a meno che, come detto, i dati riportati non siano errati.
Sapere tutto questo è importante, per essere consumatori (e risparmiatori) più consapevoli.