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Redazione CosaConta

Scopri la storia dell'Oracolo di Omaha, l'uomo a cui tutti guardano per capire come interpretare l'andamento dei mercati finanziari.

Warren Buffett ha undici anni e, mentre i suoi compagni di scuola collezionano figurine di baseball e leggono fumetti, passa i pomeriggi nella sua cameretta a Omaha, nello Stato del Nebraska, col naso immerso nei listini finanziari, tentando di decifrare un codice segreto che pochi sembrano comprendere.

Decide di investire i suoi risparmi e dopo una attenta valutazione acquista tre azioni di Cities Service a 38 Dollari l’una. Poco dopo, il prezzo delle azioni scende in picchiata. Si ferma a 27 Dollari, e il giovane Warren sente un brivido di paura lungo la schiena. Dovrebbe vendere? Dovrebbe aspettare? Guarda i suoi genitori, lui è l’unico maschio di tre figli, cerca il coraggio in un silenzio colmo di aspettative. Decide di tenere duro, ma non a lungo: non vuole perdere tutti i suoi risparmi. Così, appena il titolo risale fino a 40 Dollari, vende. In cuor suo, si sente un piccolo genio: ha chiuso con un guadagno, seppur modesto. A undici anni, si aspetta gli applausi. Ma la soddisfazione non dura a lungo. Perché il titolo Cities Service continua a correre e raggiunge i 200 Dollari per azione. L’orgoglio si trasforma in rabbia, e la rabbia in una lezione tagliente: nella finanza, la pazienza è una virtù.

Buffett accarezza quel dolore e lo rende il suo mantra. Si promette di non fare più la stessa sciocchezza. Impara a leggere i valori nascosti dietro le cifre, ad andare oltre ai freddi numeri per conoscere a fondo le realtà in cui pensa di investire. Frequenta la Columbia University, assorbe l’insegnamento del suo mentore Benjamin Graham – l’autore di The Intelligent Investor – e si specializza nel value investing: individuare i titoli sottovalutati, comprarli e tenerli a lungo, con una calma quasi disarmante.

L'esordio di Warren Buffett nel mondo della finanza

Warren inizia la sua carriera, lavora nella società di Graham a New York ed è bravo, tanto che quando Graham va in pensione gli viene chiesto di diventare socio. Ma lui ha capito di avere un grande potenziale e vuole esplorarlo fino in fondo, senza limiti. Così torna a Omaha e investe i soldi che, dapprima amici e parenti e poi sempre più persone, gli affidano. Riesce a farli fruttare, e comunica gli ottimi risultati con un’aria solida e seria che nasconde un sottile senso dell’umorismo e contribuisce a creare la sua fama di giovane stregone della finanza.

Il grande dubbio e l'intuizione di Warren Buffett

Poi, nei primi anni Sessanta, fa una mossa che molti considerano azzardata e che sembra trascinarlo sull’orlo di un pericoloso baratro. Acquista infatti la Berkshire Hathaway, una vecchia industria tessile in declino, un dinosauro nel panorama americano che sembra destinato all’estinzione. Le sue azioni sono a buon mercato, quasi troppo a buon mercato, secondo Buffett. Lui stesso ammette di essersi lasciato tentare dal prezzo stracciato, una trappola in cui non vorrebbe mai cadere. Eppure, un dettaglio lo incuriosisce: è convinto che quella fabbrica, apparentemente in rovina, nasconda un potenziale che nessuno sembra vedere.

Ma le giornate passano, i vecchi telai continuano a macinare tessuti logori, il mercato della moda si sposta altrove, e i dirigenti della Berkshire Hathaway non sanno più a che santo votarsi. Le previsioni di chi considerava l’acquisto della Berkshire Hathaway la fine di Warren Buffet sembrano sempre più realistiche. Buffett rimane calmo, osserva i bilanci, confronta numeri, dati e scenari come un investigatore alla ricerca di un indizio. E un giorno, quasi per scherzo, si trova a riflettere: “Perché non trasformare quel rottame tessile in qualcos’altro? Perché non usare la sua struttura come un guscio da riempire con investimenti di tutt’altra natura?”.

La scelta di comprarsi un’industria in fallimento – apparentemente un errore – diventa così il punto di partenza di un progetto titanico: convertire la Berkshire Hathaway in una holding capace di investire ovunque ci sia valore nascosto. I colleghi scettici storcono il naso. Sono ormai convinti che Buffet abbia perso il tocco magico. Ma lui resta impassibile. Dai laboratori tessili in dismissione spunta un flusso di cassa da reinvestire. Quando i macchinari cominciano a fermarsi per sempre, Warren stanzia il capitale in settori diversi: assicurazioni, banche, energia, trasporti, scegliendo sempre aziende che devono ancora sbocciare, in cui crede fermamente.

Così, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno, Berkshire Hathaway passa dall’essere una ciminiera fumante sul punto di spegnersi a una corazzata che muove miliardi di Dollari in ogni settore immaginabile. Nel quartier generale di Omaha, una manciata di impiegati coordina una galassia di società, mentre i numeri crescono a ritmo vertiginoso. Buffett tiene tutto sotto controllo con quella stessa pazienza scoperta da ragazzino e con una manciata di princìpi solidi: diversificare, essere trasparenti nei bilanci, puntare sul lungo periodo, rinunciare alla frenesia dei rialzi facili.

Il modello di business di Warren Buffett

Ed è qui che la sua genialità diventa tangibile. Non si tratta solo di accumulare ricchezza, ma di costruire un modello di business duraturo. Un atteggiamento che si riflette nell’impegno filantropico di Buffett, che nel 2006 annuncia una delle più grandi donazioni della storia, destinando oltre 30 miliardi di Dollari in azioni di Berkshire Hathaway alla Bill & Melinda Gates Foundation, la stessa fondazione con cui avvia, insieme a Bill Gates, The Giving Pledge: un impegno formale a devolvere la maggior parte della propria ricchezza in beneficenza. E continua a versare quote importanti del suo patrimonio a favore di progetti umanitari e di sviluppo, specialmente nei settori dell’istruzione e della sanità.

Per lui, filantropia non significa soltanto distribuire capitale, ma piuttosto investire nel futuro delle persone, creando occasioni di crescita e solidarietà. È la stessa filosofia che lo ha reso celebre negli affari: avere uno sguardo di lungo periodo, puntare su ciò che offre valore vero, mettere a disposizione risorse e tempo per migliorare la realtà in cui viviamo.

L'impegno filantropico di Warren Buffett

In fin dei conti è proprio la sua capacità di creare valore a renderlo celebre. Tanto che ogni anno Omaha diventa il punto di incontro di migliaia di investitori che accorrono per l’assemblea degli azionisti, famosa per il clima disteso e scanzonato. Ci sono filmati, gag, ospiti di spicco come Tim Cook di Apple o Jamie Dimon di JPMorgan, e un pubblico che pende dalle labbra di Buffett e del suo inseparabile Munger. Lo chiamano “la Woodstock del capitalismo” perché l’evento ha quasi il sapore di un festival: tutti vogliono cogliere un barlume di quella saggezza finanziaria che ha moltiplicato il valore delle azioni Berkshire di milioni di punti percentuali dal 1965 a oggi.

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L'oracolo di Omaha

E se la vecchia fabbrica tessile di un tempo è solo un ricordo, il metodo che ha permesso di farla rinascere è ancora lì, immutato: scrutare i bilanci, cercare gemme nascoste, comprare con prudenza e tenere duro anche nelle tempeste di mercato. L’eco di quell’errore iniziale – l’acquisto di un’impresa destinata alla rovina – risuona nelle sale conferenze come un monito: persino un passo falso può diventare un trampolino, se sai trasformarlo con ingegno e perseveranza.

E Buffett non si ferma. Mette in mostra la sua capacità di vedere il potenziale nelle aziende con lo stesso sguardo di quel ragazzino in cameretta, curioso e determinato. **Vive ancora a Omaha, in una casa acquistata nel 1958 per appena 31.000 Dollari **e si dice che faccia spesso colazione nella sede locale di una famosa catena di fast food. Una scelta modesta, per un uomo che ha un capitale di oltre 130 miliardi di dollari, che viene universalmente riconosciuto come “l’oracolo di Omaha” e che, quando interviene in pubblico, viene presentato come “Il leggendario investitore, Warren Buffett”.

La lezione di Warren Buffett

  • Serve pazienza. La fretta è nemica della razionalità. Studia, approfondisci, pianifica ed esercita la tua pazienza, senza lasciarti condizionare dalle oscillazioni di breve periodo del mercato. Ricorda le parole di Buffet:"non serve essere geni per investire bene, basta avere disciplina, pazienza e un pizzico di lungimiranza".
  • Non aver paura di sbagliare. Per quanta attenzione si faccia, gli errori sono inevitabili. Non temere gli sbagli, ma sfruttali per rimodellare la tua strategia. A volte, ciò che sembra un vicolo cieco può essere il trampolino verso un successo ancora più grande.
  • Cerca il valore nascosto. Evita di inseguire la moda del momento, concentrati piuttosto su campi che conosci e di cui riesci a comprendere il potenziale reale (anche se non appariscente).
  • Diversifica con intelligenza. Non mettere tutte le uova nello stesso paniere, ma distribuisci i rischi. Se un comparto va in crisi, gli altri possono compensare.
  • Sviluppa una strategia di lungo respiro. Pensa in termini di maratona, non di sprint. Non farti distrarre dalle oscillazioni temporanee del mercato. Come ama ripetere Buffett: “è molto meglio acquistare un’azienda meravigliosa a un prezzo equo che un’azienda equa a un prezzo eccezionale”.
  • Risparmio e disciplina. Focalizzati sul valore, non sull’apparenza. Riduci le spese inutili e allenati a una mentalità di risparmio: il capitale così liberato può diventare una risorsa da investire.
  • Crea valore. Ogni tua azione e decisione ha un impatto, sul tuo futuro e sulla società in cui vivi: questo vuol dire che puoi fare la differenza, se orienti le tue scelte alla creazione di valore.

Articolo realizzato in collaborazione con FEduF

Le informazioni contenute negli articoli sono prodotte da Banca Mediolanum in collaborazione con FEduF, escludono qualsiasi forma di consulenza e hanno scopo puramente informativo.

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