
Redazione CosaConta
Pane raffermo, riso del giorno prima, mezza cipolla in frigo: imparare a riutilizzare quello che hai è il primo passo per spendere e sprecare meno.
Sommario
Vuoi iniziare a risparmiare, ma non sai da dove cominciare? La cucina può essere lo spunto giusto. Lo dimostra l’esperienza di Andrea, che ha trasformato gli avanzi in una risorsa preziosa, imparando a gestire meglio il cibo… e anche il proprio denaro.
Da zero ricette… a mille soluzioni
Quando Andrea ha lasciato la casa dei suoi genitori per andare a vivere da solo durante l’università, non sapeva nemmeno cosa fosse l’aquafaba, né che il pane raffermo potesse diventare una zuppa. Sapeva solo una cosa: doveva far fruttare la sua spesa il più possibile. Così, tra un esame e l’altro, ha iniziato a guardare in dispensa in modo nuovo. Non più come un luogo in cui conservare il cibo, ma come un punto di partenza per giocare con la creatività, limitare gli sprechi e valorizzare ogni avanzo.
Un risotto oggi, uno sformato domani
La prima scoperta è arrivata da un avanzo di risotto: su consiglio di un’amica appassionata di cucina anti-spreco, Andrea l’ha trasformato in uno sformato con un uovo, un po’ di formaggio e qualche verdura saltata in padella. Crosticina sopra, morbido dentro. Niente sprechi, anzi: un pasto in più, senza spendere particolarmente. Da lì è partito tutto. Ogni avanzo è diventato una sfida:
- Ceci già cotti? Hummus, insalata con pomodorini o condimento per la pasta.
- Banane troppo mature? Pancake, banana bread o un gelato espresso, frullate da congelare.
- Cipolle? Caramellate con zucchero e aceto sono perfette con un panino, un formaggio stagionato o per arricchire una frittata.
- Patate lesse avanzate? Schiacciate con farina e olio, diventano una focaccina veloce in padella.
Ogni alimento “salvato” è un’occasione risparmiata. È uno strumento in più per imparare a gestire anche le piccole spese.
Tutti gli avanzi hanno un potenziale
Anche un singolo ingrediente avanzato può diventare la base per qualcosa di buono. I biscotti rotti sul fondo del pacco finiscono nello yogurt. Il pane raffermo si trasforma in panzanella o in gazpacho con pomodori e cetrioli. Le croste di parmigiano edibili, una volta pulite, diventano chips croccanti in pochi minuti di forno. Andrea ha imparato che nessun ingrediente è da scartare a priori: basta un po’ di inventiva per dargli nuova forma, nuovo sapore, nuova dignità.
Anche il cioccolato ha una seconda vita (e il vino pure)
Un giorno ha trovato una tavoletta di cioccolato con una “patina bianca”. Niente panico: si tratta solo di un effetto dovuto agli sbalzi di temperatura e umidità. L’ha usata per un salame di cioccolato, insieme a biscotti sbriciolati e un avanzo di panna da consumare perché prossima alla scadenza. E mezza bottiglia di vino rosso avanzata dopo una cena? Congelato in cubetti, è diventato un alleato per insaporire risotti e stufati. Anche piccoli avanzi, se gestiti bene, fanno la differenza… nel portafoglio!

Più valore a ogni euro speso
Cucinare con ciò che c’è, dare nuova vita agli avanzi, congelare le porzioni: per Andrea non è solo un modo per rispettare l’ambiente. È una forma di educazione e disciplina finanziaria quotidiana, che si impara tra i fornelli. Perché il risparmio non inizia quando si paga, ma quando si impara a usare al meglio quello che si è già comprato. E più si evita di sprecare, più valore si dà a ogni euro speso.
Ricapitolando:
- Gli avanzi non sono un problema, ma un’opportunità: con un po’ di creatività, diventano piatti nuovi e gustosi.
- Imparare a conservare i cibi alle giuste temperature/luoghi/modi
- Ogni piccolo gesto conta: sfruttare il più possibile da ogni ingrediente, significa rispettare il cibo, il lavoro e la filiera che c’è dietro e anche il proprio portafoglio.
Oggi Andrea spende meno, cucina meglio e, nel suo piccolo, fa bene anche all’ambiente. E, senza saperlo, ha fatto suo un pilastro della gestione consapevole del denaro: l’importanza di valorizzare quello che si ha.
Contenuto sviluppato in partnership con Fondazione Barilla
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Con un approccio più consapevole nella conservazione, preparazione, acquisto e consumo, una famiglia che riduce lo spreco può risparmiare fino a 500 euro all’anno.
Queste elaborazioni si basano su uno studio condotto dall’Università di Bologna coordinato da Claudia Giordano, in collaborazione con la Fondazione Barilla, che stima il valore economico dello spreco alimentare in Italia su prezzi dei generi alimentari del 2024.