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Marco Zambonini

Private Banker

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Sapere perché stai mettendo soldi da parte è fondamentale. Altrimenti non saprai mai quando è arrivato il momento di spenderli!

Le luci al neon delle insegne illuminano l’asfalto della stazione di servizio poco fuori Montichiari, riflettendosi sulle pozzanghere rimaste dopo la pioggia. Matteo è fermo accanto alla sua auto, una vecchia utilitaria che ha visto giorni migliori.

Il motore è morto, il silenzio è rotto solo dal rumore distante del traffico. Guarda l'orologio: è in ritardo. Chiara lo sta aspettando al bar nel centro del paese. Il telefono è senza batteria. Sente un misto di frustrazione e rassegnazione. "Tutto questo per risparmiare qualche Euro", pensa.

Le origini del risparmio

Facciamo un salto indietro di qualche anno… Siamo nel 2008, Matteo ha appena compiuto 18 anni. I suoi genitori gli aprono un conto corrente alla banca locale. Lucia, ausiliaria all'ospedale di Brescia, e Roberto, operaio in una fabbrica di Montichiari, gli versano una piccola paghetta per le spese universitarie.

Ma Matteo, che studia ingegneria all’Università di Brescia, è ben conscio dello sforzo che dargli quella paghetta comporta per i suoi genitori e la vuole valorizzare al massimo. Non potrebbe accettare di trovarsi, un giorno, a dover chiedere altri soldi ai suoi genitori. Sa che con i loro stipendi sarebbero in difficoltà e non vuole causar loro questo dispiacere.

Allora si mette a risparmiare e apre un Piano di Accumulo del Capitale. Non sa esattamente per cosa sta mettendo da parte quei soldi ma l'idea di accumulare denaro gli dà una strana sensazione di controllo.

Lo scopo

Dopo la laurea, Matteo trova lavoro in una società tecnologica. Lo stipendio è buono, lui vive ancora con i genitori e si può permettere di continuare a risparmiare anche senza rinunciare a nulla. Viaggia con gli amici, asseconda la sua passione per i motori comprando una moto usata, va alle feste… Ma per farlo a cuor leggero sente di dover alzare la somma mensile destinata al PAC, e inizia a versare 500 Euro al mese. Del resto con i primi stipendi è arrivata anche qualche prima riflessione sulla sua indipendenza, ed è sorta l’idea di acquistare una casa per sé e, spera, per quella che un giorno sarà la sua famiglia. A quello, pensa, serviranno i soldi del PAC.

E così, senza rendersene conto, assegna uno scopo a quell’accumulo fino a quel momento fine a se stesso, ma posticipa mentalmente il momento in cui quei soldi, che ora gli danno tanta sicurezza, verranno effettivamente utilizzati.

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Le prime difficoltà

Dopo qualche anno la sua auto, un’utilitaria che era già piuttosto vecchia quando l’aveva acquistata, inizia a perdere colpi. Sarebbe ora di cambiarla o almeno di fare alcuni importanti interventi di manutenzione. Ma Matteo esita. Ormai ha messo da parte un bel capitale nel PAC e prelevarne una parte gli sembra un errore. Sono i soldi per la mia casa, pensa, anche se in cuor suo sente che questa è una scusa che sta usando con se stesso: la verità è che non è pronto a veder ridursi quella somma che negli anni non ha fatto che aumentare.

Una mattina deve presentare un progetto importante in ufficio. Parte in anticipo, ma a metà strada l'auto si ferma. Il motore si spegne, non riparte. Matteo chiama un taxi, ma arriva in ritardo. La presentazione salta, il progetto subisce un ritardo e ci sarà da correre per recuperare il tempo perso. Senza contare la figuraccia con la direzione e con i colleghi. Matteo sente montare una frustrazione silenziosa, ma la ignora.

L’incontro che cambia tutto

Quella stessa sera, ad una festa organizzata da un collega, conosce Chiara. Lei è diversa, energica, spontanea. Parlano tutta la sera. Lei ride delle sue battute, lui si sorprende a sentirsi a suo agio. Si scambiano i numeri.

Ed eccoci di nuovo qui. Matteo è fermo nell’area di servizio, sotto le luci al neon di Montichiari. L'appuntamento con Chiara sfuma mentre l'auto resta immobile. Si siede sul marciapiede, osservando le auto passare. Un senso di vuoto lo avvolge. Guarda la vecchia utilitaria e calcola che da quando la possiede ha versato quasi 60.000 Euro nel suo PAC.

Nei giorni successivi, Matteo prova a contattare Chiara. Lei non risponde. Forse si è stancata di aspettare, forse pensa che lui l'abbia lasciata sola intenzionalmente. Il peso delle sue scelte ricade su di lui. Si rende conto che il suo attaccamento al denaro sta compromettendo la sua vita.

Un nuovo inizio

Matteo decide di agire. Preleva una parte consistente dal PAC. Va in concessionaria e acquista un’auto aziendale immatricolata solo pochi mesi prima, usata ma confortevole e affidabile. Sente un misto di ansia e liberazione. Per la prima volta, sta utilizzando i suoi risparmi per qualcosa di tangibile.

Con la nuova auto, Matteo si sente diverso. Riprende contatto con Chiara, le spiega l'accaduto. Lei, inizialmente fredda, si lascia convincere a dargli un'altra possibilità. Organizzano un nuovo appuntamento. Questa volta, tutto fila liscio. Parlano per ore, camminano per le vie di Montichiari, si fermano in un bar a bere qualcosa. La connessione è evidente.

Matteo continua a versare nel PAC, ma con una nuova mentalità. Non è più un'ossessione, ma uno strumento. Il capitale cresce, raggiunge cifre importanti. Inizia a fantasticare su una possibile convivenza con Chiara, e capisce che il momento è arrivato. Inizia a cercare una casa: non un appartamento come quello dei suoi genitori, in cui è cresciuto e in cui ha vissuto finora, ma una casa indipendente, dove costruire la sua famiglia. Con il capitale che ha accumulato e un mutuo, se lo può permettere.

Sceglie una villetta a schiera con un piccolo giardino, è più di quanto avesse mai potuto immaginare. Al momento del rogito, non prova più quel senso di perdita. Anzi, sente di aver dato valore ai suoi sacrifici. Sta costruendo qualcosa di reale, tangibile. Sta investendo nel suo futuro, non solo finanziariamente, ma emotivamente.

La lezione di Matteo

La storia di Matteo ti ricorda che accumulare denaro senza uno scopo può portarti a perdere di vista ciò che è veramente importante. Il denaro dovrebbe essere utilizzato per arricchire la tua vita, non per controllarla. Le esperienze, le relazioni, i momenti vissuti: questi sono i veri investimenti che danno valore alla tua esistenza.

  1. Il denaro è un mezzo, non un fine. Accumulare denaro senza uno scopo preciso può portare a trascurare ciò che è davvero importante nella vita. Il denaro dovrebbe essere utilizzato come strumento per realizzare obiettivi personali e migliorare la qualità della propria esistenza, non come fine ultimo.

  2. Qualità della vita. È importante avere disciplina nel risparmio e nella pianificazione finanziaria, ma senza sacrificare il presente. Trovare un equilibrio tra l'accumulo di risparmi e il godimento delle esperienze attuali permette di vivere una vita più completa e appagante.

  3. Le opportunità perse. L'eccessiva prudenza finanziaria può farci perdere occasioni importanti. Ad esempio non investire in beni strumentali necessari può avere un impatto negativo su carriera o vita personale.

  4. La flessibilità. Avere obiettivi finanziari chiari è fondamentale, ma è altrettanto importante essere flessibili e adattarsi alle circostanze della vita. Modificare i propri piani finanziari può essere necessario per affrontare imprevisti.

Articolo realizzato in collaborazione con FEduF

Le informazioni contenute negli articoli sono prodotte da Banca Mediolanum in collaborazione con FEduF, escludono qualsiasi forma di consulenza e hanno scopo puramente informativo.

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